Per essere felici è essenziale... “vedere con il cuore”!

Il Piccolo Principe di Antoine De Saint–Exupéry, nonostante il titolo possa far pensare ad un racconto per bambini, è uno di quei libri in grado di regalare emozioni e riflessioni preziose in qualsiasi età della vita.

Anzi, a mio parere il messaggio più importante che esso trasmette è rivolto proprio agli adulti, affinché non dimentichino mai di essere stati bambini, e conservino la semplicità e la capacità di vedere le cose con occhi pieni di meraviglia.

Solo quegli occhi, infatti, sono in grado di cogliere bellezza, valore e fascino misterioso in una piccola formica, in una foglia accartocciata, in un sasso apparentemente uguale a mille altri.
Che capacità possiedono i bambini che noi adulti abbiamo perso? La capacità – come ci ricorda Il Piccolo Principe – di “vedere” con il cuore perché “l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Come possiamo quindi recuperare il pieno utilizzo della nostra capacità di provare gioia e rapportarci al mondo con felicità autentica? Basta decidere di porre al centro della nostra vita un’esistenza improntata più sull’“essere” che sull’ “avere” come suggeriva già in Avere o essere? il grande psicanalista e sociologo Erich Fromm.
Nella modalità “avere”, la propria felicità risiede nella superiorità sugli altri, nel proprio potere, nella caccia al denaro e alla fama. La “persona-essere”, invece, ama la vita in quanto pura potenzialità, è piena di gioia per le sue capacità produttive, per la sua armonia vitale con il mondo. Ama la libertà, il futuro aperto e la sorpresa. La “persona-essere” ha la capacità di stare sul presente, in qualunque luogo si trovi, di creare gioia dando e condividendo e, soprattutto, dà molta importanza al fatto di coltivare i rapporti interpersonali.

Aiutare le persone a riscoprire le proprie relazioni assaporandone diversità e ricchezza è da sempre uno degli obiettivi del mio impegno come coach e formatrice.
Mi sento in perfetta sintonia, infatti, con Saint-Exupéry nel ritenere che “c’è un solo vero lusso, ed è quello delle relazioni umane”.